Hai mai pensato di lavorare da casa? E di chiederlo direttamente al tup capo? Fai una cosa buona e giusta: proponilo in azienda. Ma come?
Il tuo capo, di fronte a una richiesta sensata e a vantaggi dimostrabili, non può fare a meno di prendere in considerazione la tua proposta. Se verrà accettata o meno è un altro paio di maniche.
Una ricerca dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, che dal 2012 si occupa di studiare l’evoluzione del modo di lavorare delle persone, ha analizzato il fenomeno dello smart working in ogni suo aspetto, prendendo in considerazione tre realtà:
- Multinazionali
- PMI
- Pubblica Amministrazione
Dopo aver letto questo articolo saprai:
- Cos’è lo smart working
- Quali sono i benefici per il lavoratore (e il datore di lavoro)
- Come introdurre in azienda lo smart working
- Quando non è possibile farlo
Non ti resta che condividere con il tuo capo questo articolo e la ricerca dell’Osservatorio.
1. Definizione di smart working
Con circa 600mila smart worker l’Italia si colloca in fondo nella classifica dei paesi più flessibili per far lavorare i dipendenti da casa.
Letteralmente, smart working significa “lavoro intelligente”. E cosa c’è di più intelligente se non quello di lavorare e produrre gli stessi risultati da casa?
Def. è un approccio aziendale alla flessibilità del posto di lavoro. È un approccio integrato e strategico al lavoro flessibile, che unisce i cambiamenti tecnologici e i nuovi concetti nella progettazione degli ambienti di lavoro con l’aspirazione a una maggiore scelta e a un’interfaccia più gestibile tra lavoro e vita privata.
Approccio. Questo deve fare il datore di lavoro. Ascoltare, comprendere e verificare in quali situazioni è applicabile lo smart working.
Def. Una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati
Flessibilità. Le persone, soprattutto la nuova generazione di giovani, valuteranno le aziende sulla capacità di garantirgli una buona gestione del proprio tempo. Tu chiedigli i risultati e loro te li porteranno. Ma toglili la flessibilità e loro se ne andranno.
2. Conseguenze dello smart working sul lavoro
Dalla ricerca si evidenzia come i benefici dello smart working si trovano:
- Nell’equilibrio fra vita professionale e privata
- nella crescita della motivazione dei dipendenti
- nel coinvolgimento dei dipendenti.
Quando le domande sono rivolte direttamente agli smart worker le difficoltà che emergono nel loro lavoro sono:
- la percezione di isolamento (35%),
- le distrazioni esterne (21%),
- i problemi di comunicazione e collaborazione virtuale (11%)
- la barriera tecnologica (11%).
Prova a pensare quanto tempo passi in ufficio e come trascorri le giornate. Dal mio punto di vista le distrazioni sono la fonte principale di bassa qualità del lavoro.
Se vuoi, ad esempio, avviare un business da casa per generare entrate mensili, devi cambiare mentalità e adottare dei sistemi di concentrazione basilari (es. disattivazione delle notifiche a fasce orarie).
Quinidi comportati così: cerca un luogo dove la tecnologia ti è amica, come in un co-working dove il wi-fi è funzionante, e non rimanere murato vivo in casa.
2.1. Dipendenti
Dettò ciò, i lavoratori dipendenti “smart” sono mediamente più soddisfatti dei loro colleghi che lavorano in modalità tradizionale.
Perché questo? Il grado si soddisfazione nel posto del lavoro aumenta al crescere delle possibilità di gestire il proprio tempo; questo aspetto fa sentire più motivati i lavoratori, i quali si sentono in dovere di dimostrare, al team e al capo, che sono in grado di gestire le mansioni.
Gli smart worker, inoltre, hanno relazioni migliori con i colleghi e i superiori. Perché? Sono più felici e aperti a ricevere indicazioni a distanza, senza la pressione del faccia a faccia.
2.2. Datore di lavoro
Nelle PMI la diffusione delle iniziative di smart working cresce dall’8% (progetti strutturati) al 12% (progetti semplici). Quello che si continua a prediligere è l’approccio informale verso questo modo di lavorare (dal 16% al 18%).
Cosa vogliono le aziende dallo smart working?
Per prima cosa migliorare l’equilibrio fra lavoro e vita privata dei dipendenti (78%).
Al secondo posto, come detto prima, la capacità di attrarre e coinvolgere i talenti (59%). I giovani che si avvicinano al mondo del lavoro valutano attentamente questo aspetto, sopravvalutarlo può costare caro a un’azienda. Perdere un talento ha un impatto negativo nel lungo termine, e mai nel breve.
Infine, i datori di lavoro desiderano assicurare un maggiore benessere organizzativo (46%).
3. Come introdurre lo smart working in azienda con 3 mosse
Boss, parlo con te. Non ha fiducia nel tuo team? Hai paura di perdere il controllo sul lavoro?
In ogni caso, ricerca nel tuo ambiente di lavoro questi tre requisiti e mandali tutti a…fare smart working. 😉
FIDUCIA
Stabilisci un alto livello di fiducia con i tuoi dipendenti, indipendentemente dalle ore che passano in ufficio o davanti al computer. Insegna loro che sono le prestazioni quelle che t’interessano, quindi richiedi i risultati e non l’orario di uscita dall’azienda.
RESPONSABILITA’
I dipendenti devono dimostrare un alto livello di impegno per raggiungere gli obiettivi, devono sapersi autogestire in un ambiente insidioso come quello di casa.
Il tuo compito? Stimola il loro interesse a raggiungere un obiettivo e indicagli un posto in cui poter andare a lavorare, ad esempio un co-working.
Dai valore al loro lavoro, trasferisci l’importanza su di loro l’importanza dei compiti che devono eseguire.
COMUNICAZIONE
Ok, il dipendente latita. Ha cambiato numero? Fa finta di essere in smart working e invece è al centro commerciale a fare shopping?
Loro hanno degli obiettivi, tu chiedi di comunicarti le informazioni necessarie via mail e di farsi trovare reperibili in certe fasce orarie.
Essere ossessionato dal controllo su ciò che stanno facendo non li aiuterà ad essere più produttivi. Quindi rilassati, ma vigila sull’operato. Organizza l’agenda per comunicare con loro.
4. Perché non puoi fare smart working nella tua azienda
E’ bello poter lavorare da casa, ma ci sono alcuni lavori che non lo permettono. Nelle aziende in cui la presenza fisica è necessaria per lavorare (es. operai) lo smart working non viene nominato.
Tuttavia, se la maggior parte del tuo lavoro necessita di presenza, chiedi al tuo capo di uscire prima (o entrare dopo) e realizzare parte del lavoro da casa.
RIASSUNTO
Quali problemi hai riscontrato durante lo smart working? C’è qualcosa di cui non ti ho parlato?
Ora hai compreso come lavoratori e aziende vedono lo smart working in Italia. Tu hai delle carte per giocartelo a tuo favore. Da questo articolo hai compreso:
- la definizione di smart working
- quali sono le conseguenze in azienda
- quando non puoi farlo
Se hai delle difficoltà ad organizzare il lavoro, l’agenda e le giornate, scrivimi a info@lavoroingrande.it, leggo tutte le email e ti rispondo in 24 ore.
A presto,
Oreste